C.C. #6: Staking, in cosa consiste?

Crypto Café

13 Luglio 2021
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13 luglio 2021

Ormai anche sui media Mainstream si sente parlare di “Staking”: vediamo di cosa si tratta, rischi ed opportunità.
Partiamo dalle basi e dagli aspetti strettamente tecnologici.
Tutto nasce dalla “Proof of Stake” (PoS) che è il principale meccanismo di consenso alternativo al “Proof of Work” (PoW). Del secondo ho già parlato nel primo Crypto Chicco: in estrema sintesi il Proof of Work, letteralmente prova di lavoro, è il meccanismo che è usato dal sistema di pagamento Bitcoin (che lo ha introdotto) e da moltissime altre Criptovalute, che assicura un consenso tra le varie parti (i miners) per la scrittura sulla catena dei blocchi (Blockchain). In pratica questo meccanismo assicura che nessuno tra i partecipanti che sostengono il sistema decentralizzato  faccia il furbo, magari creando qualche transazione malevola, spendendo ad esempio la stessa somma due volte (Double Spending problem). 
Il Proof of Work, risolve questo problema mettendo in competizione i vari partecipanti, che fanno una gara a risolvere puzzle matematici sempre più complessi: da qui nasce la critica relativa al preteso inquinamento del Bitcoin, in quanto da anni ormai il meccanismo è diventato talmente oneroso da dover impiegare interi capannoni di server che lavorano 24 ore su 24 per risolvere i suddetti puzzle matematici (se sei interessato al tema leggi anche il Crypto Chicco 7 – Le Criptovalute Inquinano?).

Il Proof of Stake

Il Proof of Stake, viceversa utilizza un meccanismo legato all’immobilizzazione del capitale.
In pratica ci si è chiesti:

come posso evitare che un sostenitore del sistema decentralizzato faccia il furbo creando transazioni non coerenti o fittizie  (Double Spending problem) senza utilizzare la costosa Proof of Work?

La risposta è stata: facciamo in modo che chi sostiene il sistema perda il proprio capitale in caso di azione malevola!
In pratica i partecipanti, chiamati solitamente validatori, vincono il diritto di scrivere sulla blockchain (e guadagnare la corrispettiva commissione!), solo se bloccano un certo ammontare del proprio capitale nella stessa criptovaluta. In questo modo un’eventuale partecipante che volesse truffare, farebbe crollare il valore della criptovaluta e danneggerebbe anche se stesso.
Questo meccanismo sta funzionando molto bene, tanto da far decidere alla comunità di Ethereum (il più grande ecosistema su blockchain ad oggi) ad esempio, di effettuare una graduale migrazione dal PoW al PoS.

Lo “Staking”

Quindi da una prospettiva puramente tecnica, mettere in “Staking” parte del proprio capitale, significa essere un validatore (o terminologia similare) o più spesso partecipare all’immobilizzazione del capitale attraverso di esso (il validatore, vedi DPoS) : quest’attività ha ovviamente dei ritorni, solitamente misurati in APR (Annual percentage rate) o APY (Annual percentage yield). La prima fornisce il ritorno percentuale annuo senza contare la composizione dell’interesse, la seconda invece misura anche questa (per approfondire la differenza guarda qui), questo è un elemento molto importante nella valutazione quindi stai attento.
Facciamo qualche esempio (a Luglio 2021): l’ecosistema Cardano (ADA) fornisce APY nell’ordine del 5/6%,  Cosmos (ATOM) del 9/10%Band Protocol (BAND) del 17%...e così via. Per una bella panoramica vi suggerisco quest’ottimo sito.

Staking in senso….largo!

Detto ciò, sappiate che il concetto di Staking viene utilizzato anche in senso meno stretto e cioè in tutti quei casi in cui vi chiedono di immobilizzare il capitale per un certo periodo di tempo e ricavare delle ricompense, solitamente anche a 3 cifre!
In questi ultimi casi potrebbero essere dei meccanismi più simili ad un prodotto finanziario oppure meccanismi intrinsechi alla progettazione della criptovaluta. Ad esempio nell’ambito della Finanza Decentralizzata (DEFI), molte Criptovalute sono state disegnate per fornire altissimi rendimenti via Staking al fine di velocizzare l’adozione della Cripto moneta e/o dell’eventuale applicazione decentralizzata (dAPP) ed in generale premiare chi sostiene il progetto in ogni sua parte. Tra questi ricordo i vari “Swap” , applicazioni decentralizzate(DEX) che permettono di scambiare CriptoValute, metterle in staking, sostenere gli scambi fornendo liquidità all’exchange (Yield Farming), ecc.. Tra queste ricordiamo in primis Uniswap che gira su rete Ethereum, PancakeSwap su rete “Binance Smart Chain” e JustWasp su rete Tron, giusto per nominarne qualcuna: su CoinMarketCap i DEX con volumi superiori a 10 milioni di dollari sono 24 nel momento in cui sto scrivendo (guarda qui).

L’importanza di comprendere le differenze

Diamo ora qualche elemento di gestione del rischio che in questo campo è fondamentale, in particolare..

se vi chiedono di inviare le vostre Cripto ad un indirizzo per fare Staking, state molto attenti,

vi dovete fidare davvero molto, in quanto una volta inviate nessuno vi garantisce che ve le ritorneranno. Non è detto che siano truffe, ma molte lo sono. Sto parlando di solito di prodotti finanziari nel mondo Crypto e quindi va fatto uno studio dell’attore proponente prima di abbracciare un prodotto del genere.

Stesso discorso se chi ve lo propone è un exchange centralizzato (come Binance o altri)… “vi dovete fidare di loro!”.

Viceversa, il modo standard e naturalmente sicuro di operare lo Staking, è attraverso il proprio Wallet (portafoglio di Criptovalute). Reti quali Ethereum, Tron, Binance Smart Chain, IOST, EOS, Cardano (in futuro) ed in generale i vari ecosistemi che permettono di sviluppare i famosi smart contract (pezzi di codice/algoritmo automatizzato), permettono di fare staking attraverso la firma di smart contract che viene fatta direttamente dal proprio wallet ed in autonomia: no intermediari, no soggetti che possono scappare con il malloppo.
Certo vi dovete fidare di cosa fa quello smart contract, ma diciamo che il livello di sicurezza è molto più elevato e soprattutto in linea con il paradigma introdotto da Sakamoto: sistemi decentralizzati e senza intermediario, che significa maggiore autonomia, sicurezza ma anche responsabilità.

Buon Crypto Caffè freddo a tutti.

P.S.: Se vuoi approfondire questo tema o altri iscriviti al gruppo Telegram dove avrai modo di confrontarti con altri o direttamente con l’autore…per tutto il resto, ci sono le consulenze di Crypto Cafè.

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